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Dormire come un ghiro, il detto è verità? Lo dice la scienza

ghiro

Il ghiro è un simpatico roditore di piccole dimensioni che tutti noi associamo al riposo pesante e confortante. In effetti, il ghiro, come tanti suoi simili, va in letargo nei mesi invernali ma, al contrario di quanto si possa pensare, è un animale attivissimo.

Chi è il nostro amico ghiro?

Il ghiro è un roditore di piccole dimensioni. E’ molto arduo che riesca a superare i 30 centimetri da adulto. Ha una conformazione particolare e simpatica che lo rende familiare. La pelliccia ha un colore che varia dal grigio al marrone, ma sul dorso la peluria si fa candida. Sul muso giganteggiano i suoi grandi occhi rotondi. Appartiene alla famiglia dei gliridi ed è tipico di Europa ed Asia. In Italia lo si può incontrare nei boschi della Sicilia o della Pianura Padana. Ma non è improbabile qualche incursione del ghiro, che ama rifugiarsi nei tronchi degli alberi, anche in altre zone boschive del nostro paese. Nonostante la caccia al roditore sia vietata, esistono purtroppo delle tradizioni culinarie passate che contemplano anche la carne dell’ignaro e simpatico protagonista dei boschi.

I ghiri si riproducono a partire dai 10 mesi. Le femmine della specie possono partorire una sola volta l’anno, ma dando alla luce dai 4 ai 10 cuccioli. Essi nascono ciechi ma imparano prestissimo la caccia notturna alle provviste per l’inverno, attività in cui il ghiro è il n.1.

Perché si dice “Dormi come un ghiro?”

Il detto nasce sicuramente dal fatto che il ghiro sia un animale prevalentemente notturno e, nonostante di notte la sua attività nel cercar provviste sia frenetica, viene ricordato solo il suo sonnecchiare per l’intera giornata. Ma dovrà pur riposarsi il nostro amico ghiro dopo aver collezionato ghiande e bacche, i suoi pasti preferiti ed aver cercato materiale per la sua tana, no? I ghiri sono erbivori ma di rado possono consumare qualche piccolo insetto.

Il ghiro, inoltre, dorme profondamente. E, diciamocelo, molti video alquanto simpatici ci hanno mostrato come sia solito russare, grazie proprio alla sua capacità di dormire senza pause.

Il detto poi si lega anche al lungo letargo del ghiro. La specie infatti va in letargo per sei mesi l’anno. Cosa accade nel letargo? Il ghiro brucia le riserve di grasso accumulate nei mesi precedenti, le funzioni vitali si riducono al minimo e cosi, il piccolo animale, che non avrebbe “il fisico” per sopportare un inverno rigido e con poche provviste disponibili, riesce a cavarsela fino a primavera quando, finalmente, esce dalla tana a sgranchirsi le zampe.

Dal sonno del ghiro alla realtà

Ma se si potesse dormire profondamente come riesce a fare il nostro amico roditore per tutto l’inverno vi si rinuncerebbe? Certo che no, e gli studiosi di una prestigiosa università estera, nel 2010, hanno cercato la soluzione per chi dorme a intervalli o viene svegliato dai rumori che inevitabilmente possono fastidiare le notti più tranquille. Studiando alcuni soggetti a riposo, lo studio ha messo alla prova il cervello dei pazienti, durante il sonno, riproducendo svariati suoni che andassero ad inficiare il riposo. Ecco, solo alcuni soggetti non si sono svegliati ed hanno continuato a dormire profondamente nonostante i rumori. Il motivo? La presenza massiccia di neuroni a fuso. Più se ne posseggono più si ha la possibilità di creare una sorta di isolante acustico nelle nostre notti. Da quest’incredibile scoperta gli scienziati sono certi di poter mettere a punto, tra qualche anno, un metodo efficace per far dormire come ghiri anche gli insonni più incalliti. Non ci resta che anelare il letargo.