La ‘bocca di leone‘ (nome scientifico: Antirrhinum majus) è una pianta fiorita originaria del bacino del Mediterraneo e deve il suo nome alla caratteristica forma dei petali a doppio labbro increspato. La si può coltivare sia in vaso che a terra e, con pochi accorgimenti, consente di ottenere uno splendido effetto decorativo per giardini, aiuole e balconi.
Le caratteristiche della bocca di leone
La bocca di leone appartiene alla famiglia delle Scrophulariaceae. Ne esistono diverse varietà, alcune delle quali diffuse solo in alcune aree del bacino mediterraneo; quella più diffusa è la sottospecie ‘tortosum‘ mentre le altre sono tipiche dell’area mediterranea occidentale (Francia, Spagna e Portogallo). In Italia la bocca di leone cresce in luoghi piuttosto aridi, su superfici sassose di origine calcarea, lungo tutta la fascia costiera fino ad un’altitudine massima di 800 m sopra il livello del mare.
La pianta si caratterizza per il portamento eretto del fusto erbaceo e poco frondoso, che può raggiungere un’altezza compresa tra i 40 e gli 80 cm. Lungo la parte inferiore del fusto si trovano le foglie basali (più vicine al terreno) e quelle cauline mentre nella parte culminante si dipanano gli steli dai quali si sviluppano le infiorescenze.
I fiori della bocca di leone si raccolgono in racemi (o grappolo) a spiga la cui lunghezza oscilla tra i 3 ed i 5 cm che si addensano nella parte più alta del fusto. I colori dei petali rientrano in una vasta gamma cromatica che include il bianco, il rosa, il giallo, il rosso e l’arancio.
La coltivazione
Per quanto concerne il terreno, la bocca di leone non ha particolari esigenze. Sia a terra che in vaso, è importante che la sede che ospita le piante sia ricca di materia organica decomposta e sia ben drenato. Nello specifico, se si sceglie di piantare in vaso, bisogna utilizzare anche terriccio universale; le dimensioni del contenitore variano a seconda del numero di piante (un vaso di almeno 15 cm è sufficiente per una singola bocca di leone).
Altro punto al quale fare attenzione è la posizione: la bocca di leone predilige la costante esposizione alla luce solare e, nei periodi più freddi, va tenuta al riparo dal gelo riparando il terreno con foglie o materiale isolante.
L’irrigazione deve essere costante ma non eccessiva poiché la troppa umidità non giova alla pianta (da qui la necessità di assicurare un buon drenaggio). Anche la concimazione va effettuata con buona regolarità ma senza esagerare: si può somministrare il fertilizzante (sia in granuli sia disciolto in acqua) ogni due o tre settimane.
Semina, potatura e cura delle malattie
Il periodo di semina è simile ad altre coltivazioni. Se si sceglie di piantare i semi in serra, lo si può fare già tra febbraio e marzo, mettendoli a dimora in piccoli vasi in un ambiente a temperatura costante (18°). Le piantine impiegano circa una settimana a svilupparsi ma prima di trapiantarle in un vaso più grande, è bene attendere che lo stelo diventi sufficientemente robusto. Le bocche si leone possono essere poi trasferite all’esterno della sera quando le temperature sono più miti o dopo l’ultima gelata. Per quanto riguarda la semina all’aperto, invece, è meglio attendere la primavera inoltrata (aprile – maggio).
La ‘manutenzione’ della pianta è semplice e prevede pochi passaggi: per evitare un’eccessiva crescita in altezza dello stelo, che priverebbe la pianta dell’energie necessarie a supportare lo sviluppo delle infiorescenze, è consigliabile di tanto in tanto tagliarlo dall’altro (‘cimare’). In aggiunta, vanno rimossi i fiori quando sono in procinto di appassire, così da lasciare spazio alle nuove fioriture.
Infine, si consiglia di far attenzione agli agenti esterni che potrebbero rovinare la pianta: insetti (afidi o ragno rosso), funghi (peronospora e ruggine) o muffe per i quali è possibile utilizzare prodotti specifici come consigliato anche da Faidateingiardino.